E’ festa in cielo e in terra, a Roma e nel mondo! Quante e quante persone hanno atteso con ansia questo giorno speciale e oggi dal cielo si uniscono a noi, che abbiamo avuto il privilegio di essere presenti, di pregustare e gustare questa gioia! Quanti sono venuti, da ogni parte del mondo, per godersi questa data importantissima non solo per la Chiesa universale, ma in modo particolare per noi, seguaci di Virginia, che arricchite del suo stesso dono, ci sforziamo di camminare sulla sua stessa strada…

Quanti avrebbero voluto venire, ma non hanno potuto, e oggi, si uniscono spiritualmente o tramite la televisione a noi, le privilegiate, che stiamo in Piazza S. Pietro… Diciotto maggio 2003: sarà giorno indimenticabile! Tutte ci siamo svegliate ben presto, munite, di ombrelli, poiché il tempo continuava minaccioso, di foulards, bandierine e cappelli, ci siamo diretti esultanti a Piazza S. Pietro.

Tra la calca e la folla, qualche fortunata si è incontrata con i gruppi, provenienti da tutta Italia, scambi di saluti, di gioia e… avanti in cerca di un posto, il più comodo per non perdere neppure una piccola sfumatura del bellissimo panorama, dell’attesissima cerimonia. Era commovente vedere pullulare gli stendardi della Madre Virginia tra la moltitudine di persone giunte da ogni parte. Una gioia comune ci affratellava, così che da quasi sessanta mila persone, si sentiva un solo grido di gioia e felicità. La coincidenza del compleanno del Papa ha colorato la Piazza di striscioni e stendardi. Quello delle figlie di Virginia primeggiava per la grandezza!

“Lo sguardo di tutti si posava sulle quattro figure che dagli arazzi pendevano dalle logge della Basilica… a destra la Centurione Bracelli” (L’Osservatore Romano, 19-20 maggio 2003). Dall’arazzo Virginia ci guardava, ci sorrideva, ci benediceva… Il suo sguardo sembrava accompagnarci in ogni mossa, non ci perdeva di vista! Certamente gioiva con noi per la nostra gioia, per il nostro entusiasmo, per la nostra fiducia in lei, che ancora oggi, dopo più di trecento cinquanta anni, continuiamo nella Chiesa a far vivere il suo carisma.

Ognuna nel suo intimo le ha chiesto di essere degna di lei…, di rendere vivo e visibile nelle opere, nel lavoro, il suo carisma. “Gli oltre sessantamila fedeli in Piazza S. Pietro – riportava l’Osservatore Romano – in piedi… tutti pieni di gioia e di entusiasmo condividevano insieme con il Papa nella preghiera e nella lode una giornata indimenticabile”. Nel rito introduttivo sono stati letti dei passi degli scritti dei santi. I pensieri di Santa Virginia Centurione Bracelli sono stati letti lai giornalista Graziano Motta, dal dottore Francesco Coricelli e dalla dottoressa Simona Migliorelli.

Commovente è stato quando il Cardinal Josè Saraiva Martins, accompagnato dai Postulatori ha chiesto al S. Padre di procedere alla canonizzazione dei Beati. E il Papa ha pronunciato solennemente la formula: “Ad onore della Santissima Trinità… dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti Nostri Fratelli nell’Episcopato, dichiariamo e definiamo Santi i Beati… e Virginia Centurione Bracelli e li iscriviamo nell’album dei Santi…” “Interminabile era l’applauso; corale di gioia” (L’Osservatore Romano, idem).

Nell’omelia, il Santo Padre, ha illustrato i vari passi della parabola della vite e i tralci con la vita dei nuovi Santi. “Solo chi vive in comunione con Dio produce frutti abbondanti di giustizia e di carità – ha detto il Papa – testimoni di questa fondamentale verità evangelica sono i Santi, che ho la gioia di canonizzare in questa quinta domenica di Pasqua… Due di essi provengono dalla Polonia… le altre due sante sono italiane… Virginia Centurione Bracelli, laica, fondatrice delle Suore di N.S. del Rifugio in Monte Calvario e delle Suore Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario”…

“Questo é il comandamento: che crediamo… e ci amiamo gli uni gli altri…Virginia Centurione Bracelli – ha continuato Sua Santità – seguendo l’esortazione dell’apostolo Giovanni volle amare non soltanto “a parole” o “con la lingua”, ma “coi fatti e nella verità”. Mettendo da parte le sue nobili origini, si dedicò all’assistenza degli ultimi con straordinario zelo apostolico. L’efficacia del suo apostolato scaturiva da una adesione incondizionata alla volontà divina, che si alimentava di incessante contemplazione e di ascolto obbediente alla parola del Signore. Innamorata di Cristo, e per lui pronta a donare se stessa ai fratelli, Santa Virginia Centurione Bracelli lascia alla Chiesa la testimonianza di una santità semplice e feconda. Il suo esempio di coraggiosa fedeltà evangelica continua ad esercitare un forte fascino anche sulle persone del nostro tempo…”.

Le parole del Santo Padre hanno destato entusiasmo e applauso generale, ma ognuna di noi nell’intimo del cuore ha promesso alla Madre una risposta personale, ha chiesto il suo aiuto per corrispondere pienamente alla propria vocazione, ha chiesto che la sua santità risplenda nelle sue figlie per continuare a prolungare nel tempo il dono che Virginia è per la Chiesa universale… Proseguendo il rito della canonizzazione, le due Madri Generali: Madre Maria Chiarina Passarelli e Madre Daniela Burol, accompagnate da Cristina Franchini (ex alunna e insegnante della scuola Virginia Centurione Bracelli) e dai due bambini, che ha in affidamento, Sara e Farouk Kalel, hanno deposto accanto all’altare la reliquia della nuova Santa.

All’offertorio la duplice famiglia della novella santa Virginia Centurione Bracelli ha offerto una Croce pettorale in oro e rubini e un catino per l’aspersione in argento, entrambe le opere sono state realizzate a mano dalla Ditta Ascione. Alcune suore, tra cui la Sr. Maria Anselma Borges, sorella della miracolata, hanno avuto una gioia in più, hanno ricevuto la Comunione dalle mani del Santo Padre. Ma tutte, con animo commosso e riconoscente, prima di lasciare la Piazza S. Pietro, abbiamo dato un ultimo e lungo sguardo a Santa Virginia, che maestosa e bella nel suo arazzo, troneggiava a destra delle Logge Vaticane, le abbiamo chiesto la sua protezione facendo nostre le parole dell’omelia del Papa: “ci insegni a restare innestati a Gesù, come tralci alla vite, e a non separarci mai dal suo amore”.